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Rogue Russian Satellite Fragments Threaten International Space Station

Frammenti di un satellite russo distrutto hanno invaso l’orbita della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), costringendo gli astronauti a effettuare manovre complesse per evitare possibili collisioni. Fortunatamente, tutti gli astronauti sono in sicurezza.

Detriti spaziali in pericolo per l’ISS

Mercoledì scorso, i nove astronauti a bordo della ISS hanno dovuto affrontare una minaccia rappresentata da detriti spaziali, costringendoli a ripararsi nelle capsule attraccate alla stazione. La situazione è stata comunicata dalla NASA attraverso il profilo X della ISS, evidenziando che l’allerta di collisione, associata ai frammenti di un satellite russo esploso, è stata annullata dopo circa un’ora, permettendo agli astronauti di riprendere le loro normali attività.

Il satellite russo Resurs-P1 e il rischio di collisione

Il satellite russo coinvolto in questo incidente, il Resurs-P1, pesava circa sei tonnellate. Questo satellite era stato lanciato nel 2013 per scopi di osservazione della Terra ed era stato dichiarato non operativo nel 2022, pur continuando a orbitare a circa 350 chilometri di altitudine.

La notizia è stata diffusa da LeoLabs, una compagnia americana specializzata nel monitoraggio degli oggetti spaziali.

In seguito alla segnalazione dell’esplosione del satellite, la NASA ha suggerito all’equipaggio della Stazione Spaziale di rifugiarsi nei propri veicoli spaziali, come misura precauzionale standard. Il evento è avvenuto a un’altitudine simile a quella della ISS, precisando che dopo circa un’ora il team è stato autorizzato a tornare all’interno della stazione e le operazioni sono riprese.

Il Comando spaziale degli Stati Uniti ha continuato a monitorare un’area contenente circa un centinaio di detriti orbitanti (180 secondo LeoLabs), poiché potrebbero avvicinarsi nuovamente alla ISS nelle orbite future.

Per garantire la sicurezza, i tecnici in servizio sulla ISS hanno dovuto eseguire frequenti chiusure e riaperture di diversi compartimenti, incluso il laboratorio europeo, a intervalli di un’ora e mezza.

Il centro di controllo della missione ha avvisato che la minaccia di collisione potrebbe persistere per altri due giorni, potenzialmente impattando le attività di ricerca scientifica degli astronauti e altre operazioni a bordo.

Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews

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