Pavel Durov, l’amministratore delegato di Telegram, è stato arrestato in Francia il mese scorso, accusato di non aver gestito adeguatamente i contenuti estremisti presenti sulla piattaforma. In un recente post condiviso sul social network, ha annunciato una nuova politica di cooperazione da parte dell’azienda. Resta da vedere come reagiranno gli utenti a questo cambiamento.
L‘app di messaggistica Telegram ha comunicato che fornirà indirizzi IP e numeri di telefono degli utenti alle autorità competenti in caso di richieste legali valide, segnando così un’importante svolta per l’azienda.
Questa decisione arriva dopo che il cofondatore e CEO Pavel Durov è stato arrestato in Francia ad agosto per non aver gestito i post contenenti contenuti estremisti. Durov è stato rilasciato su cauzione ma è obbligato a rimanere in Francia durante le indagini in corso relative all’azienda.
“Abbiamo chiarito che gli indirizzi IP e i numeri di telefono di coloro che violano le nostre politiche possono essere forniti alle autorità competenti in risposta a richieste legali valide”, ha dichiarato Durov in un post lunedì su Telegram, rivolto ai suoi 13 milioni di abbonati.
La piattaforma ora specifica sul proprio sito: “Se Telegram riceve un ordine legittimo da autorità giudiziarie competenti, che conferma che sei un sospettato in un caso di attività criminose che violano i Termini di servizio, procederemo con un’analisi legale della richiesta e potremmo divulgare il tuo indirizzo IP e numero di telefono alle autorità competenti”.
Telegram ha inoltre affermato che tali divulgazioni di dati saranno incluse nei suoi rapporti di trasparenza. La società ha anche dichiarato di raccogliere metadati quali indirizzi IP, informazioni sui dispositivi e app utilizzati, e cronologia dei cambi di nome utente per combattere spam, abusi e ulteriori violazioni.
Fondata nel 2013 da Durov e dal fratello Nikolai, Telegram è emersa come un’app di messaggistica focalizzata su velocità, sicurezza e sull’eliminazione delle interferenze governative.
È stata promossa come una piattaforma con scarsa moderazione e che non consegna i dati degli utenti agli Stati, anche se potrebbe farlo, dato che la crittografia end-to-end non è attivata di default, il che implica che molti utenti non sono a conoscenza del fatto che i loro dati vengano memorizzati a meno che non scelgano di attivare la crittografia per ciascun messaggio.
Tuttavia, questa libertà ha sollevato preoccupazioni riguardo l’uso della piattaforma per attività illegali, tra cui traffico di droga, pedopornografia e riciclaggio di denaro. È stata utilizzata anche da gruppi militari e organizzazioni estremiste e criminali a livello globale.
D’altro canto, l’app è diventata uno strumento fondamentale per organizzare proteste antigovernative, come in Iran e Bielorussia, e ha svolto un ruolo cruciale nella comunicazione durante la guerra in Ucraina. Tuttavia, la scorsa settimana, il governo di Kiev ha espresso l’intenzione di vietare l’uso di Telegram ai funzionari governativi, al personale militare e agli operatori di infrastrutture critiche, citando motivi di sicurezza nazionale.
Ad agosto, analisti avevano dichiarato a Euronews Next che la reputazione di Telegram è quella di una piattaforma contraria alla cooperazione con gli Stati. Con questo nuovo posizionamento, resta da vedere se i circa 800 milioni di utenti attivi decideranno di rimanere sulla piattaforma.
Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews