I cosiddetti “moonquakes” si manifestano a causa del processo di riduzione delle dimensioni della Luna, rappresentando un potenziale rischio per future missioni con equipaggio, oltre alla costruzione di basi lunari.
Un’area considerata per una futura missione con equipaggio della NASA sulla Luna – che si pensa contenga depositi d’acqua utili per la vita sul nostro satellite – potrebbe non essere così idonea come previsto. Secondo ricerche recenti, la zona situata vicino al polo sud lunare ha mostrato una notevole attività sismica, un fenomeno dovuto alla diminuzione delle dimensioni della Luna.
Negli ultimi anni, si è avviata una nuova corsa internazionale per esplorare la Luna, molti anni dopo le storiche missioni degli anni Sessanta e Settanta che hanno visto protagonisti Stati Uniti e URSS. Un importante stimolo è stato fornito dall’atterraggio del lander indiano Chandrayaan-3, avvenuto lo scorso agosto.
Uno degli scopi principali della missione indiana è quello di identificare una fonte d’acqua; gli esperti credono che il ghiaccio possa trovarsi all’interno dei vasti crateri nella regione polare meridionale, che rimangono costantemente al riparo dalla luce solare.
La NASA ha anche indicato un’area nella regione conosciuta come Gerlache Rim II, candidata ad ospitare l’atterraggio della missione Artemis 3, prevista per il 2026 o oltre.
I rischi dei “terremoti lunari”
Utilizzando le informazioni raccolte dal Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA, lanciato nel 2009 per mappare la superficie lunare, i ricercatori hanno scoperto che l’area vicina al luogo di atterraggio proposto ha subito uno degli eventi sismici più intensi registrati dai sismometri lasciati dagli astronauti delle missioni Apollo oltre cinquant’anni fa.
I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati di recente sulla rivista Planetary Science Journal. Gli esperti avvertono che questi fenomeni sismici, noti come “moonquakes”, potrebbero rappresentare una minaccia concreta sia per gli astronauti delle future missioni sia per i residenti delle nuove colonie lunari, poiché potrebbero originare frane o aprire nuove faglie.
“La nostra modellazione suggerisce che i moonquakes di bassa profondità, capaci di generare forti scosse nella regione polare meridionale, potrebbero verificarsi a causa di eventi di slittamento su faglie già esistenti o per la formazione di nuove faglie”, ha dichiarato Thomas R. Watters, scienziato senior emerito del National Air and Space Museum’s Center for Earth and Planetary Studies e autore principale dello studio.
“La distribuzione globale delle giovani faglie, il loro potenziale di attività e la possibilità di creare nuove faglie a causa del raffreddamento in atto devono essere considerati nella pianificazione dell’ubicazione e della stabilità delle future basi lunari”, ha aggiunto Watters.
Perché la Luna si sta riducendo?
L’interno della Luna è ancora caldo e parzialmente fuso nel suo nucleo, rendendo il satellite suscettibile a attività sismica. Con il processo di raffreddamento, la Luna si contrae, diventando più piccola. Negli ultimi centinaia di milioni di anni, la circonferenza della Luna si è ridotta di circa 50 metri, in parte a causa delle forze che provengono dalla Terra.
Il raffreddamento provoca la formazione di faglie, che generano a loro volta terremoti lunari. Le “faglie di spinta” si sviluppano quando una porzione di crosta più antica esercita pressione su una sezione adiacente, più giovane, creando una “scarpata”, cioè un gradino che emerge nel paesaggio lunare.
“La nostra analisi rappresenta la prima prova che queste faglie sono ancora attive, mentre la Luna continua a raffreddarsi e a rimpicciolirsi”, ha riportato Watters in uno studio pubblicato nel 2019 sulla rivista Nature Geoscience. Ha anche osservato che “alcuni di questi terremoti possono risultare piuttosto intensi, arrivando fino al quinto grado della scala Richter“.
Una ricerca del 2019 ha utilizzato l’analisi modellistica e i dati raccolti dai sismometri Apollo per individuare gli epicentri di otto terremoti lunari, concludendo che la Luna è tettonicamente attiva.
Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews