Ue, commissari a rischio non conferma dal Parlamento europeo

Le audizioni dei commissari designati dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si svolgeranno al Parlamento europeo dal 4 al 12 novembre.

In questo periodo, i commissari dovranno superare un esame da parte del Parlamento europeo per essere ufficialmente confermati nei loro ruoli. Questi colloqui rappresentano una vera e propria prova di abilità, durante i quali i candidati dovranno rispondere a domande scritte e orali formulate dai membri delle commissioni parlamentari competenti, con l’obiettivo di dimostrare la propria competenza, l’impegno verso l’Europa e l’integrità personale.

Ogni commissario avrà a disposizione tre ore di audizione, con 15 minuti dedicati a presentare il proprio programma di fronte alla commissione, come spiega Javier Carbonell, analista politico del Centro di politica europea (Cpe). Al termine di queste presentazioni, ci sarà un’analisi da parte dei presidenti delle commissioni e dei leader dei vari gruppi politici, che decideranno se accettare o meno il commissario.

Per passare il test, i candidati necessitano di una maggioranza di due terzi. Questo aspetto è fondamentale per la democrazia, poiché implica un controllo parlamentare sull’esecutivo, come sottolinea l’analista.

Candidati respinti e rischi di respingimento

Qualora la candidatura di un commissario venisse bocciata, potrebbe essere necessario rivedere il portafoglio assegnato o proporre un nuovo nome dallo stesso paese, avviando così la procedura dall’inizio.

Nel 2019, furono respinti il conservatore ungherese László Trócsányi e la socialista rumena Rovana Plumb. Anche la candidatura della francese Sylvie Goulard venne respinta per dubbi relativi alla sua integrità e indipendenza.

Quest’anno, alcuni candidati sono considerati a rischio. “Tra questi c’è il candidato italiano Raffaele Fitto, la cui figura è stata criticata, non tanto per le sue qualità personali, quanto per l’appartenenza al partito di estrema destra di Meloni”, afferma Sophia Russack, ricercatrice del Center for European Policy Studies (Ceps).

Anche Olivér Várhelyi, attuale commissario ungherese e sostenitore di Viktor Orbán, potrebbe incontrare delle difficoltà. “Il Parlamento non è rimasto particolarmente soddisfatto delle sue prestazioni nel corso dell’ultimo mandato, anche a causa della sua vicinanza al governo di Orbán”, aggiunge la ricercatrice.

Calcoli politici nelle audizioni

Le audizioni dei commissari designati rappresentano un processo altamente politico, durante il quale i gruppi politici tendono a cooperare per raggiungere i propri obiettivi. Secondo Russack, si tratta di un vero e proprio gioco di alleanze.

“Potrebbe esserci una certa indulgente collaborazione tra i partiti, poiché nessuno desidera ritrovarsi esposto a domande troppo aggressive, soprattutto per non mettere in difficoltà i propri candidati”, spiega Sophia Russack.

“La bocciatura di un candidato da parte di un partito potrebbe portare a ripercussioni sui candidati degli altri partiti. Questo implica che i partiti tradizionali, visti i margini di voto risicati, siano incentivati a mantenere un certo rispetto reciproco”, afferma Javier Carbonell.

Russack prevede che le domande più scomode possano provenire dai Verdi e dalla Sinistra, che non avendo candidati da difendere, non hanno nulla da perdere.

Dopo aver superato il test di audizione, i candidati entreranno a far parte del collegio dei commissari, il quale viene rinnovato ogni cinque anni. La nuova Commissione dovrà poi ottenere il via libera dalla plenaria del Parlamento europeo prima di essere ufficialmente nominata dal Consiglio europeo.

Foto crediti & articolo ispirato da: Euronews

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